Arti visive

Dal 1997 come appendice di una evoluzione espressiva, conduce sconfinamenti nel territorio delle arti visive; ulteriore sponda sperimentale per creare percorsi affini e paralleli di ricerca artistica.

Videoarte – videoinstallazioni

  • “Atlante di un pendolare intransitivo” (2006-07)
  • “Anno zero” (2005)
  • “Donna alchymia” (2005)
  • “Memento” (videoinstallazione, 2004)
  • “Tracce di un congedo stanziale” (videoinstallazione, 2004)
  • “Piccola rapsodia di un impagliatore di sedie” (videoinstallazione, 2003)
  • “La coda dell'occhio” (1999-03)
  • “Lunario di un naufrago recidivo” (1997)

Fotografia

  • “Indizi del tempo” (2011)
  • “Il centro delle storie” (2011)
  • “Note urbane” (2010)
  • “Campagna zarina” (2008)
  • “Narcolessia” (2008)
  • “Gineceo” (1997-2007)
  • “Dizionario femminile” (progetto in sviluppo)

Installazioni viventi

  • “La grande arte è un mestiere piccolo” (2008)
  • “Attese” (2007)
  • “Perché il dolore degli altri è un dolore a metà” (2004)
  • “Io sono un'opera d'arte” (2004)
  • “Idolo in gabbia” (2002)
  • “Trofeo ostentato” (2002)
  • “Animale domestico” (2001)

Installazioni

  • “Le camicie di Nesso” (2008)
  • “Le scarpe di Gaia” (2008)
  • “Compagni di viaggio” (2008)
  • “Visos” (2007)
  • “Domus aurea” (2007)
  • “Futuri trapassati” (2007)
  • “Mani pulite” (2007)
  • “Ziqqurat” (2007)
  • “Nodo gordiano” (2002)

Performance

  • “Terra e libertà” (2008)
  • “Blunotte” (2007)
  • “Lettere d'amore” (2006)
  • “Il mare delle storie” (2006)
  • “Brace” (2005)

Mostre

  • “Ma che colore ha il pixel?” (Il vecchio mulino, Sassari, 3-4 marzo 2011; in occasione del convegno internazionale “Lost in translation 2. L'altro”)
  • “Kàlos” (Lo chalet, Olbia, 12-31 agosto 2010)
  • “DRSFZ68B166015E – vent'anni di brevi utopie realizzate” (liceo scientifico Lorenzo Mossa, Olbia, 20-27 novembre-4 dicembre 2009)
  • “Si prega di non toccare la merce esposta” (show-room Paolo e Antonello Carta, Olbia, 2008)
  • “Dimore transitorie” (show-room Paolo e Antonello Carta, Olbia, 13-27 ottobre 2007)
  • “Waiting for the big one” (Mangiafuoco art gallery restaurant, Olbia, 4 agosto-13 settembre 2007)
  • “Corsi ricorsi percorsi. Due cineasti in mostra” (galleria Manos, Olbia, 28-29 marzo 2007)
  • “Imago urbis” (galleria Marchioni, Olbia, 19-27 novembre 2004)
  • “Galleria dei ricordi” (salone parrocchiale, Telti, 20-22 agosto 2004)
  • “Hopen-house” (galleria Marchioni, Olbia, 24-26 ottobre 2002)
  • “Ostensioni” (stazione F.S. E stazione autolinee ARST, Olbia, 21-24 febbraio 2002)

Videoarte

Fotografia

Dizionario femminile L'immagine la parola

Com'è il ritratto della donna nell'arte del terzo millennio? Impossibile da identificare in un unico modello, personalità complessa e inafferrabile, inclassificabile secondo categorie psicologiche o appartenenze sociali. Il ritratto della donna contemporanea si frantuma in infinite identità. Emancipata, spregiudicata, intelligente, ironica, seducente, e al contempo insicura, vulnerabile, dolce, timida, sognatrice. Toccata dalle trasformazioni politiche, religiose, scientifiche della nostra epoca, coinvolta nel nuovo sistema di comunicazione globale che necessariamente trasforma le modalità di contatto tra individui e con esse il loro comportamento. Accosterò alle 21 stampe (una per ogni lettera dell'alfabeto italiano, e ciascuna lettera diverrà l'iniziale di una parola da salvare), altrettante prose liriche che contribuiranno ad arricchire il mio sguardo rivolto all'universo femminile. La scrittura di luce che la fotografia incontra la scrittura fonetica, e dal connubio nasce la rilevazione di due potenti mezzi di espressione, due differenti modi di comunicare, e due fra i più illimitati strumenti per cercare di scoprire gli altri insieme a sé stessi.

A — acqua Alessandra Pesarini
  • A - acqua

Terracqueo. Pelago. Sedea leggiadra nel lento ingiallire delle foglie appassivano gli occhi. Fiotto di schiuma benedetto, sorso d'acqua sorgiva sul ciglio della collina davanti al sentiero che sale all'orizzonte.
Canale azzurro, laguna e torrente, isola e penisola sforbicia diluvii vaporizzati.
Bruma d'incanti divini, scala celeste.
Danza dei dubbi danza circolare del fluire e del rifluire dell'acqua perché il cerchio non ha inizio né fine, evoca il superamento del tempo, della morte.
Tempo del tempo, tempo della morte, morte del tempo, specchio ghiacciato di una lagrima abbellente, diario d'acqua in attesa che la pioggia lavi tutto, calore finito alle prime piogge agostine.

B — bocca Laura Groggia
  • B - bocca

Fulgente caos che non può pervenire alla solitudine, col corpo teso come l'arco di Ulisse, oltrepassi l'argine delle vene celesti mutuate da incalcolabili eoni. Una risata senza pudore – ondulata erba di palude, odore avvolgente delicato cespuglio di gelsomini. Bruciante.
Artefice ignara ti abbandoni alla corrente e cogli al volo piccole rivelazioni, e poi ti schiudi come un frutto delicato succoso – non indugi mai nei commiati.

C — cabala Marta Piretto
  • C - cabala

Nel placido recesso il balsamo
della tua parola scola boccioni
oltre la cui soglia è arduo inoltrarsi.
Sono mesi che hai gettato l'ancora
del tuo stato sorgivo; tirare in
alto col cavatappi le tracce biologiche
lungo la strada che scende –
zappa via il firmamento espunto,
il rancio domenicale.

D — disciplina Marta Piretto
  • D - disciplina

Disparve nelle sue spalle nude –
nei sentieri che divergono in un
fitto bosco, nelle mulattiere che
accolgono le magre rendite dell'amore.
Perenne presenza che sfuma dal nero
all'ocra – legge intagliata nel legno
dello scandalo, spina dorsale.

E — etica Marta Piretto
  • E - etica

Estate dopo estate conservi il dono della letizia.
Accumulo e corrosione.
Risoluta nella tua piena sconfessi
il parlottio placentale.
L'albero della vita si separa dall'albero
della conoscenza, e tu stai in aria
come una vela.
La linea retta è la più breve tra due
punti?

F — fantasia Sara Catasta
  • F - fantasia

Spazzola la pazienza e un canto lento
e solenne sgorga impetuoso.
Crinali e torrenti.
Semina e raccolta.
Sciupio di steppe a rimirar gli armenti –
nutrimento di spirito a ritroso.
Bevi vita mia aurora boreale – sbrinami le
chincaglierie di un sabato dono irrinunciabile
d'aria e luce.

G — genesi Susanna Pisanu
  • G - genesi

Teoria e prassi.
Orma norma forma. Pensatoio. Gesto libero.
Grumi di materia pittorica in un'elegia biancastra.
Nell'attesa dell'ultima goccia ti fai occhio e accensione. Discendi.
Acqua che lava i piedi, pane berbero di benvenuto. Dal suono al senso fissi infinite intersezioni. Resezione.
Terra e mare, madre e figlio, corteccia incisa e linfa vitale che scorre al contrario.

    H — hegeliana Emanuela Craba
    • H - hegeliana

    Transitata per caso sulla terra,
    eterni la bellezza l'armonia
    del creato; nell'irradiare lieve
    dei colori.
    L'angelo guardiano mette in bocca
    ad Adamo tre semi – da quei
    semi germoglierà l'albero
    destinato a fornire il legno
    della croce.

    Irrora la terra con le tue
    lacrime; con la lietezza
    degli occhi la pennellata
    corre larga e luminosa per
    frantumarsi nei contorni.

    I — isola Ilaria Sanna
    • I - isola

    Fortitudo et iustitia. Cerchi di orientarti nel portico ombreggiato.
    Sei refrigerio, unguento, miele dell'anima.
    Terrazza della temperantia et prudentia, radura incantata, giallo covone delle promesse radiose.
    Hai una voce di pietra scaramazza e di acqua fluente, sarai carne viva del presente, dalla scorza al centro; fremito della creazione.

    L — lontananza Emanuela Craba
    • L - lontananza

    T'intridi al di là della parvenza, l'acqua che trema si fa immobile, si dirada e tutto traspare impreveduto.
    Sei rimasta lì a guardare – una spiaggia dopo che è piovuto – vedi e non giudichi la mareggiata — lieve resistenza bisogno risvegliato dell'incongruo.
    Precipitano oleose le vaste lontananze – alte fioriture di calcinacci ed erba matta.

    M — malinconia Elena Porcu
    • M - malinconia

    Paradigma. Impressioni di frecce che bucano tende clandestine, periferiche.
    La solitudine a due è peggio di tutto.
    Buio di luce – luce rabbuiata in sere disarmate a mano tesa; ferita feconda.
    Una canoa scende lungo il delta dei pensieri, madre vigile e allarmata.
    Libera fluida essenziale sovversiva.
    Intrusione della ragione, senza giudizio, senza indirizzo o salvezza.
    Cantiere straniero di turbolenze, esperimenti di quotidiana funamboleria. Cielo al mattino radioso, incapace di amare senza esprimere possesso.
    Arcaica ed eterna – universale.
    Desiderio colpevole – arrendevole.
    Dentro di sé una reticenza, un presentimento, uno scalmo di lontananze ingannevoli.

    N — nemesi Sara Catasta
    • N - nemesi

    S'affoca e lampeggia.
    La neve si ritrae.
    Una nube purpurea fa scendere
    nelle valli e sul parabrezza
    la sagoma di un piede che slaccia
    passi nel buio assolato, osseo.
    Mi parlerai della fiamma dei legni adusti,
    dell'occaso che rosseggia, la legge
    del cuore sapiente riveste d'incanti
    la fiamma nel sortilegio delle
    guance infocate.

    O — ombra Sara Catasta
    • O - ombra

    Sul tuo volto impercettibili gradazioni
    tonali, s'espande e si contrae il
    pennello del tempo.
    Come il seme di grano devi far scoppiare
    la scorza per germinare e forire,
    come il lievito penetri il pane
    e ogni primo dell'anno suoni lo
    shofar, il corno d'ariete che un
    giorno annuncerà l'arrivo del Messia.

    P — pace Emanuela Craba
    • P - pace

    Primavera ubertosa – curiosità esploratrice – sciorinatrice di edulità.
    Afrore dell'uva in fermentazione, andare andana, antelucana.
    La pioggia cade nell'impluvio, e il tuo mare esoterico esonda e fagocita il tempo dei tempi fissati – fissili.
    Dimenticanza delle intenzioni, melodia che si espande, distende nel canto ondeggiante di un arrivederci a domani.
    Nelle foglie bevute al cavo della mano la brezza d'aprile. Contorta chiarezza dei ritardi di un'anima che costruisce e demolisce quadri di luce bionda.

    Sussurro.
                       Ossessione.
                                        Urlo in sordina.
    Q — quercia Lavinia Eretta
    • Q - quercia

    Borgo arroccato, pianura verdeggiante,
    muschiata.
    Stai ritta nei climi ridevoli, non
    scalfita resistenza del mezzodì.
    Partigiano inderogabile, misuri
    le distanze dalle manciate
    di terra ai buchi in cielo
    di bucati profumati.

    R — ribellione Alessandra Pesarini
    • R - ribellione

    Bianco ricordo di buio arrochito, svanita sicumera in un'ottava alta.
    Allitterante.
    Abbrunata.
    Rogo sacrificale, redenzione, rovaio.
    Con lei si propaga un ritorto sentimento de la vida – si contrae un equatore brumale.
    Pausa post-prandiale.
    Inverno senza oblio.
    Slargo d'avvenire pagina futura di fontanelle di lava incandescente, l'acre rovello di un costante rimorso fa causa alla polizia segreta del cuore malato che segue la sulfurea inclinazione – segna l'attitudine aggettante.
    Avvolta rivolta svolta.
    Pesce guizzante in cime a un colle tra la neve e il fuoco, nella polvere e nel fango, risonante madrigale cyber.

    S — sfinge Sara Catasta
    • S - sfinge

    Nobile portamento – altera occhiata astratta.
    La tua memoria scrive sull'acqua la linea della vita, la linea della vita scrive il giornale della carne in cerca di senso, telateli di sensi svuotati come una tastiera indifesa, nuvola transitoria e mutevole.
    Nella cucina ardono le pietanze, brilla un attimo e scompare come il pulviscolo in una stanza quando l'attraversa una lama di luce.
    Germana germinale germinativa diuturna e pulsatile – il sapore del sapere e sa femina est comente su tempus.

    T — terra Ilaria Sanna
    • T - terra

    Idi lidi nidi cosa casa invasa – barba erba rasa – il sangue del tuo nemico stilla a gocce e si condensa. Migrante – eterno mutabile mutevole mutante nella fissione di una fissazione. Mantecare – impastata di prestiti, ialina e meravigliosamente impigrita, arsa – elicriso e ginepro.
    I dadi del caso sobbalzano nel pugno – il gomitolo del filo – le cesoie affidate alle parche, prima e dopo l'ultima nota, l'aceto tempera – la fiamma del legno resinoso s'indora di oriflammi sfavillanti.

    U — utopia Ilaria Sanna
    • U - utopia

    Sole che batte in fronte.
    Telegramma delle intenzioni, periferia
    del presepio vivente. Da ramo a ramo
    le chiglie abbaiano sfitte buriane e diottrie di plasma che si avvitano alle pareti degli stati transitori.
    Utopia appura la precaria verità,
    dell'origine del senso, stinge indefinitezze
    sul rettifilo.
    Suolo e sottosuolo – luogo dei residui
    dei detriti individuali – delle macerie
    collettive.

    V — volpe Marta Piretto
    • V - volpe

    Sonno benefico. Cespuglio di mirto. Guance mangiate dal freddo – violetta di Provenza – corrispondenza meneghina. Spire di alghe i capelli – vampe di fuoco e luce.
    Faccio mattina per stanare la volpe, cacciatore inglese.
    Una lepre in bicicletta – manubrio traboccante di fiori.
    Una lepre in bicicletta ti propone due passi sotto i portici e un tè bollente alla pesca.
    Sibila guaisce tintinna e zampilla.
    Né scusa né giustificazione, si presenta come un'evidenza. Evidenza che sa appartarsi in un angolo a farsi dimenticare.
    Immagine ingiallita in fondo al portafogli.
    Consustanziale.
    Duplice monumento di compressione ed estensione

    Z — zattera Maria Giovanna Bandinu
    • Z - zattera

    Una stentata rifioritura annuncia
    la quiete e il caos, i giorni e
    le opere, il diavolo e l'acqua santa.
    Una colonna di corazzati invade
    le vallate delle alluvioni –
    passaggi in distonia con il ristoro
    degli animali – estinzione
    delle concause, retrocedente.

Indizi del tempo 2011

Con il ciclo “Indizi nel tempo” esploro la dimensione segnica, i valori cromatici come forma percorsa dal tempo. I muri di abitazioni private divengono il tracciato testimoniale, luogo di accertamento epurato di ogni residuo figurativo.

Il centro delle storie 2011

Ne “Il centro delle storie” ho indagato le mie capacità, la mia visione personale all'arte di vedere e restituire ciò che esiste. Il mondo stesso è per l'uomo prima di tutto immagine. L'essere è quindi dentro una memoria ricca di sguardi capaci di presentare l'uomo tramite le conoscenze acquisite, nel futuro, cogliendo di volta in volta le identità e le differenze che si vengono presentando all'esperienza.

Note urbane 2010

Le anatomie urbana sono collocate in una cornice metafisica. Il ciclo vorrebbe coniugare reportage e sapienza pittorica; da una parte documenta le trasformazioni, dall'altra iscrive questa ricognizione in riprese che si consegnano all'imprevedibilità del presente. “Note urbane” trasforma i luoghi in nature morte non scalfite dall'inesattezza della storia. È il tentativo — in molti casi — di trasfigurare sino a rendere irriconoscibili, territori a noi familiari.

Narcolessia 2008

Quando ho scelto di fotografare Homero, ho immaginato un Babbo Natale stremato, disfatto, appunto narcolettico. È stato insolito fermare le espressioni di un soggetto respirante — ma apparentemente inanimato. Homero si è rivelato un perfetto manichino in carne... e ossa.

Campagna Zarina 2008

La campagna pubblicitaria dedicata alla poltrona “Zarina” è racchiusa in un segno oggettuale, è un'avventura con obiettivi plurimi. Questo lavoro su commissione segna l'esordio con la fotocamera digitale. Ho comunque solo apportato leggerissime modifiche rispetto al bagaglio d'immagini immagazzinato in fase di ripresa.

Gineceo 1997–2007

Ogni faccia è un miracolo.
È unica. Non potrai mai
trovare due facce assolutamente
identiche.

Tahar Ben Jelloun

Il mio terreno d'immagine è quello del ritratto, la cui funzione è di svelare, di mettere in opera la verità; una verità che tende a nascondersi. Nello specifico, la verità è l'identità profonda dell'individuo.

Ogni giorno mi alleno a scoprire i più piccoli particolari delle persone, mi alleno per avere un occhio capace di oltrepassare l'immagine estetica, per dare libertà alla rappresentazione profonda della difficile e straordinaria coscienza femminile. Provo ad evidenziare la forza terrestre e ancestrale della donna.

Maria Antonietta Todde 30 agosto 2007
  • Nella tasca bucata del cosmo
  • Nel dì di festa
  • Nella foresta del ricordo
  • Tutto è a posto ma niente è in ordine
  • La profondità della superficie
Marina Viapiano 25 maggio 1998–9 febbraio 2003
  • Istanza privata
  • Dopo domani
  • In compagnia della solitudine
  • Il tuo soffio amplia le mie risposte
  • Lo spirito e la materia
  • Intimità
  • I colori dovevano comporre un suono
  • Interno lombardo
  • Interno lombardo
  • Interno lombardo
  • Interno lombardo
Patrizia Gualtieri 26 giugno 2005
  • Non tutto è stato facile né gaio
  • Troppo tardi per avere un'idea
  • La febbre dell'occhio interiore consuma l'immagine
  • Sotto la lente della verità
Sara Catasta aprile 2000–giugno 1999–22 maggio 2003
  • Annus mirabilis
  • Il mio nome è venerdì
  • Cala il sipario
  • Messaggi cifrati
  • A tua immagine e somiglianza
  • Respiro
  • Mitologia del quotidiano
  • Approdo silente
  • Vista privata
  • Visitazione
Rossana Reggime settembre 1997–agosto 1999
  • Il tempo mischia bene le bibite
  • Meditazione
  • Non ho mai parlato con Dio
  • Vietato l'ingresso a chi non pratica la geometria
Stefania Martelli 30 ottobre 2005
  • Le promesse soffiate dallo scirocco
  • Espero
  • Forever
  • Il silenzio di Dio
  • Vengo da te in amicizia
  • Il temporale e la schiarita
Nadia Viapiano maggio 1997–2 marzo 1998–agosto 1998
  • La vita è una ciliegia
  • Il congedo
  • Nel cilindro dell'amicizia
  • Isola
  • Tu chi sei?
  • Quando ritornerò
  • Piangere è una piccola cosa
  • Poema incompiuto
Ingrid Mura 2006
  • Scrivimi quante sono le note
  • Conta le anfore del mattino
  • Giorno dopo giorno decido se tornare
Melissa Bellincontro agosto 1999
  • La marea cresce come l'albero
  • Diamante e miniera
Alessandra Pinna 23 aprile 2006
  • Calendario sentimentale
  • Il sogno usato di poter sognare
  • A tempo di piatti percorsi da ombre di nuvole
Jodie Deiana 23 maggio 2007
  • Ho intenzione di tornare
  • Io canto per consumare l'attesa
  • Allodole del ricordo immaginato
Mikela Masu 7 maggio 2007
  • Sono abituata al mio destino
Sarah Canu agosto 1998
  • Sirena dell'utopia
  • A che cosa pensava il pensiero?
Rossana Scugugia 4 aprile 2004
  • Nella bella stagione
  • Nessuna spada straniera sale per la scala dei santi
  • Piccola folgore
  • A ciascuno il suo circo
Francesca Beccu 30 maggio 2007
  • Lettera dublinese
  • L'ape non disprezza l'antica melodia degli antenati
  • Vedo leggo scordo
Miriam Mancini 22 maggio 2003
  • Ti presento al presente
  • Confessione pubblica
  • Sottovoce
  • La forma dell'acqua
Saura Arigenziano 6 novembre 2007
  • Giorno che viene giorno che va

Time Machine

2001–2008

Installazioni viventi

Installazioni

Performances

Liricografie

Ubiquità 2000

Grafica

Emantodromia 1998–2006

Collages

Delenda Carthago 2007

Mostre

Si prega di non toccare la merce esposta 2008

Dimore transitorie 2007

Bibliografia

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